I risultati dei censimenti effettuati dagli ornitologi del progetto hanno confermato come l’Oltrepò pavese costituisca un’area particolarmente importante sia per la quantità di specie censite, sia per la loro qualità.
Infatti, sono state rilevate ben 94 specie di uccelli, 73 delle quali nidificanti nell’area di studio. Si tratta di numeri molto elevati, che testimoniano l’eccezionale ricchezza faunistica dell’Oltrepò e provano il valore che ha la conservazione della biodiversità della fascia dei vigneti.
Tra queste specie ne sono state rilevate anche di rare, alcune nidificanti e altre migratrici che utilizzano l’Oltrepò come luogo di sosta durante i loro viaggi che coprono anche migliaia di kilometri.
Tra quelle nidificanti sono da sottolineare il Biancone, la Ghiandaia marina, l’Averla capirossa, lo Zigolo capinero e l’Ortolano; grazie alle condizioni climatiche e ambientali particolarmente favorevoli dell’Oltrepò, queste specie trovano habitat particolarmente idonei alla riproduzione.
Tra quelle migratrici si segnalano la Poiana codabianca nordafricana, il Nibbio reale e la Pispola golarossa, a testimonianza della della rilevanza geografica dell’area di studio.
Inoltre, vanno citate anche altre specie di rilevante interesse conservazionistico come la Tortora selvatica e l’Upupa (specie in declino in gran parte d’Europa), la Tottavilla (protetta a livello comunitario) e la Sterpazzolina di Moltoni, presente solo in una ristretta area del Mediterraneo centro-occidentale.
Così come nel caso delle farfalle (vedi post precedente), anche per gli uccelli questa incredibile ricchezza di specie ricorda come la diversità di ambienti tipica dell’Oltrepò pavese abbia promosso la presenza di comunità di uccelli ricche e diversificate.
Questo connubio vincente tra aree agricole e biodiversità va mantenuto attraverso un percorso che partendo dallo studio puntuale delle relazioni tra biodiversità ed ambiente garantisca il suo mantenimento e il suo miglioramento attraverso pratiche di gestione condivise tra i portatori di interesse dell’area. In questo senso, il progetto ViNO si pone come facilitatore sia per individuare queste pratiche, sia per condividerle con tutti i portatori di interesse.